Fontevecchia e il carnevale tradizionale duosiciliano

  • 10/02/2016
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Il Carnevale tradizionale abruzzese è una vera e propria festa identitaria e duosiciliana. Patriottica, come dice Stefano Angelucci Marino del Teatro del Sangro e di sofferenza giusto per citare Francesco Stoppa. Una festa identitaria grazie alla cucina che prevede, a pranzo, ravioli di carne e salsiccia e, la sera, la cena "de le nove mucceche". Una manifestazione diffusa che ha radici antichissime e che Fontevecchia, Teatro del Sangro, Centro Antropologia Culturale degli Abruzzi dell’Università d’Annunzio che compongono la Compagnia Tradizioni Teatine ha portato a Lanciano, Chieti, San Salvo e Torrevecchia Teatina: come inizio non c’è davvero male. Ecco la descrizione dell’evento: un uomo in maschera a terra, dopo la danza dei Pulgenella, con un evidente simbolo fallico in bella vista. Partiamo da questa scena che, senza adeguate spiegazioni, potrebbe apparire come un po’ troppo licenziosa per un spettacolo di carnevale, per entrare nell’universo culturale del Carnevale tradizionale abruzzese che tutto è fuorché un momento di festa «diseducativa e consumista che è diventato ora il carnevale», come lo definisce Francesco Stoppa, direttore del Centro di Antropologia Territoriale degli Abruzzi per il Turismo (Cata) dell'università d’Annunzio.

«Il carnevale della tradizione è pieno di simboli fallici. Il significato di questo evento, che più che una festa è un rito, sta nel fatto che rappresenta un momento di passaggio: l’anno vecchio che se ne va e deve rifertilizzare quello nuovo. E dunque le scene con i simboli fallici non sono licenziose ma apotropaiche. Servono, cioè, a scacciare il male».

E c’è di più: «Il carnevale», dice ancora Stoppa, «non è una festa per bambini, ma un rito per adulti. Al quale, però, i bambini debbono assistere, per imparare le regole della vita. In questo senso è educativo, al contrario di ciò che è diventato ai giorni nostri». E così, con queste premesse è andato in scena il Carnevale tradizionale abruzzese a cura della Compagnia tradizioni teatine, diretta dal professor Stoppa, che a sua volta riunisce diverse associazioni, tra cui Il teatro del Sangro di Stefano Angelucci, Lu Ramajette di Elvezio Di Felice e l’associazione Fontevecchia di Spoltore, presieduta da Luciano Troiano.

Lo spettacolo è partito con un’aria seicentesca cantata da due allievi del Conservatorio di Pescara, intitolata Il pianto di pulcinella, con l’intervento pantomimico di Angelucci che ha impersonato il pulcinella. Lo stesso Stoppa ha spiegato sul palco la differenza esistente tra il pulcinella del teatro dell’arte e quello molto più antico della tradizione, che ha un compito particolarissimo all’interno del carnevale: «I pulcinella», ha detto, «rimettono ordine nel caos carnevalesco, hanno infatti una frusta in mano. Il carnevale, invece, ha come senso profondo quello di rovesciare l’equilibrio naturale per poi poterlo ristabilire a favore dell’uomo».

E, dopo la festa, diciamo grazie a tutti quelli che hanno reso possibile questa manifestazione:  «Comincia quaresima...ringrazio tutti e tanti che hanno partecipato al carnevale senza lesinare niente – dice Stoppa -  e con enorme generosità finalmente mi sono sentito immerso tra persone che amano le tradizioni e le fanno senza secondi fini per pura passione e senza interesse personale e calcolo, lo fanno per se e per gli altri e senza volere niente in cambio o peggio rinfacciare che lo hanno fatto per fare piacere a me. grazie sono veramente felice!

Dobbiamo ringraziarci tutti a vicenda per essere stati uniti e aver lavorato come muli al Carnevale guardando sempre avanti e come si dice buttando il cuore oltre l'ostacolo.  Abbiamo fatto una impresa grandiosa che a guardarla a posteriori sembra impossibile...non so chi o cosa se non il nostro amore per i veri valori della tradizione possa averci dato la forze fisica e mentale. Spero che sia un esempio per noi e per gli altri. Ci siamo sentiti tutti fratelli accomunati dalla grande gioia di un rito antico e positivo. Un battesimo magico del 2016».a grande gioia di un rito antico e positivo, un battesimo magico del 2016

Epico è Stefano Angelucci Marino: «Grazie. Alla squadra di sognatori, al gruppo di patrioti (sì, patrioti) attaccati alle tradizioni, con la testa e il cuore proiettati verso il futuro. Siamo noi, e in questo Carnevale 2016 abbiamo scritto una bella pagina. Bellissima. Una pagina piccola e immensa, straordinaria come il gesto di Antigone. Un Carnevale abruzzese, pieno di storia, memoria, gioco, rito, coinvolgimento, attualità, futuro».


Luciano Troiano


Presidente Associazione Fontevecchia


Chi siamo

Il comitato per la costituzione dell’Associazione Fontevecchia si forma nel 2010 ed è parte attiva della società civile con interventi relativi all’ambiente, mobilità, saperi e integrazione. Lo scopo dell’associazione, oltre la tutela delle tradizioni, del territorio e la riqualificazione estetica del borgo nato nel 1600, si articola su un ampio raggio di interventi.